Connessioni

Mutuando un po' dal mondo delle mappe concettuali, ogni oggetto linguistico può essere collegato ad altri.
Non ci sono obblighi e non ci sono (al momento) vincoli.
Diciamo che è utile, per dare chiarezza alla struttura, definire in che rapporto stanno tra loro.

Le aggregazioni stabiliscono relazioni di tipo "sono contenuto" e "contengo" (relazione esocentrica) e al loro interno sussistono legami di tipo strutturale.

Restano le relazioni endocentriche, quelle che un nucleo ce l'hanno e gli costruiscono intorno una periferia o più: i rapporti coordinanti e quelli subordinanti.

Ero incerto se gestire i legami coordinanti, quelli che pongono oggetti analoghi e/o fungibili in un rapporto paritetico, come semplici legami tra oggetti o se creare un'entità aggregativa (un'ulteriore matrioska). In fondo una catena paritetica (Paolo, Luca e Giorgio) è soggetto o oggetto di tutta una serie di possibili azioni. Non ho ancora deciso, sono per ora possibili entrambe le cose...

Sui legami subordinanti mi sembrava di avere le idee più chiare: un nucleo su cui si innesta un'espansione.
Posso distruggere l'espansione senza (?) conseguenze, il nucleo trascina con sé le sue espansioni.
Il programma cerca di gestire queste dipendenze, ad esempio segnalandole quando si chiede di eliminare il primo.

Ho pensato di applicare i legami subordinanti non solo alle tradizionali proposizioni, ma anche ai sintagmi (nome > aggettivo, nome proprio > nome comune, aggettivo > avverbio, verbo > espressione preposizionale, etc.) e di etichettarli con la dichiarazione del significato. E' risultato un doppione rispetto alla funzione logica che tradizionalmente si attribuisce all'oggetto sul quale termina la relazione.

Di ogni relazioni subordinante si misura la distanza dal nucleo: il grado.

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