Obiettivi

Il progetto non nasce dalla presunzione di creare un "analizzatore automatico": già ce ne sono in Rete, probabilmente efficaci.

Mi interessava realizzare uno strumento che supportasse l'attività di docenza nello studio della lingua.
Io insegno alle "medie" e l'ho pensato per quel target.

Nessun automatismo, solo le possibilità di manipolare e memorizzare offerte dall'informatica.

Che poi ci siano una serie di codifiche e che queste supportino degli algoritmi che sono in grado talvolta di suggerire delle soluzioni credo sia, oltre che una necessità tecnica, una possibilità di ulteriore riflessione didattica.

Il senso del progetto

Mancano troppi requisiti perché quanto realizzato possa definirsi un prodotto.
Forse è uno studio, forse un prototipo, non saprei.

Sono da troppi anni fuori dal mondo dell'informatica per conoscere i linguaggi di programmazione attuali, così ho utilizzato una vecchia versione di Microsoft Access.
Ho cercato di spingerlo oltre i suoi utilizzi standard, soprattutto nell'interfaccia grafica, ma il risultato resta qualcosa di non "vendibile".

Mi piacerebbe però condividere le idee che sono alla base del lavoro e, perché no, veder nascere qualcosa di fruibile davvero.

Forme e funzioni

La codifica delle forme (parti del discorso e tipologie di oggetti) e delle relazioni tra oggetti permette di impostare filtri che guidano l'attribuzione delle funzioni logiche all'interno della frase.

Ecco alcuni esempi:

  • un oggetto di tipo verbale (lessema o espressione) potrà essere un predicato verbale o una copula;
  • un oggetto di tipo nominale potrà essere classificato come soggetto, apposizione, c. oggetto, c. predicativo, c. di tempo;
  • un oggetto di tipo aggettivale sarà un attributo o un c. predicativo.




Le 'parti del discorso' e i loro descrittori

La banca dati registra sia le nove parti del discorso, tradizionalmente applicate all'analisi morfologica, sia i caratteri morfologici che le descrivono. Di ogni carattere morfologico (es: il genere) viene definito il dominio ("M, F, neutro?").

Alle singole parti del discorso viene poi attribuito il set di caratteri che lo può definire, con due attenzioni:

  1. se ne definisce un livello per permettere di decidere a quale profondità si vuole giungere nelle singole analisi
  2. si possono definire delle regole nell'applicazione del carattere alla specifica parte del discorso
    (es: utilizzeremo la "persona" per definire un aggettivo solo se verrà classificato come "possessivo")



Espandere e riempire con i pattern

Usare i pattern

I pattern sono una risorsa a disposizione per lavorare sulle frasi.

A partire da un oggetto esistente, posso chiedere di utilizzare una struttura sulla base di 4 criteri:
  • strutture interne per un certo tipo di oggetto (es: quale struttura posso dare al nucleo frastico?)
  • strutture equivalenti (es: con cosa posso sostituire un sintagma nominale?)
  • espansioni (es: con quali strutture posso espandere un aggettivo?)
  • strutture isofunzionali (es: con quali strutture posso rendere la funzione attributiva?)
Non sono proprio sicuro che tutta 'sta roba sia la soluzione più razionale, però mi sembra funzionale.

Ovviamente perché il motore di ricerca funzioni occorrono alcune regole e occorre avere alcune accortezze nella creazione dei pattern...